Unesco, due Riserve della biosfera (Mab) in regione

Il Delta del Po e l’Appennino Tosco-Emiliano dal 2015 cantieri di uno sviluppo sostenibile.

A giugno 2015 due aree del territorio regionale hanno ricevuto il riconoscimento di Riserve della biosfera (Mab – Man and biosphere) dell’Unesco: il delta del Po e l’Appennino tosco-emiliano. Se ne è parlato il 22 marzo nel ciclo di incontri i Mercoledì dell’archivio.

Queste due aree, già tutelate rispettivamente da due parchi regionali e da uno nazionale, assumono contorni diversi con i nuovi riconoscimenti: i confini delle riserve, infatti, non coincidono con le aree protette. Questo perché la Riserva della biosfera è volta a tutelare l’ambiente in relazione alle attività umane: “i Mab combinano le scienze naturali con le scienze sociali, l’economia e l’educazione per migliorare la vita dell’uomo e ripartire in modo equo le risorse, salvaguardare gli ecosistemi naturali e umani, promuovendo approcci innovativi allo sviluppo economico che siano socialmente e culturalmente appropriati e sostenibili dal punto di vista ambientale” (dal sito Unesco). Attualmente i siti Mab nel mondo sono 669 e 14 di questi sono in Italia.

Maria Pia Pagliarusco per l’Ente di gestione per i Parchi e la biodiversità Delta del Po e Giuseppe Vignali e Alessandra Curotti del Parco nazionale Appennino Tosco-Emiliano hanno approfondito premesse e conseguenze di questo importante riconoscimento.

In generale, le Riserve della biosfera si compongono di tre zone: una più ristretta, detta “core”, di massima protezione, nella quale vigono una serie di vicoli e restrizioni, una “buffer”, più ampia, in cui sono concesse alcune attività umane, e quella “transition”, in assoluto più grande, dove si svolgono tutte le altre attività umane.

Il delta del Po, con 16 comuni, di cui 7 emiliano-romagnoli, ha ottenuto il riconoscimento in quanto area di particolare interesse per la biodiversità. È la zona umida più grande d’Italia, che sfocia in mare senza sbarramenti, ed è in parte già tutelata come Patrimonio Unesco. Vi dimorano 350 specie di uccelli, 53 di pesci, una colonia di fenicotteri di oltre 10.000 esemplari, oltre 30 specie di orchidee e 1.100 specie di piante. Alcune delle specie presenti sono in pericolo di estinzione. Ma si tratta anche di un territorio ad alta antropizzazione, nel quale vige un delicato equilibrio in continua evoluzione, che con il riconoscimento dell’Unesco ottiene maggiori garanzie di tutela.

Il Mab non pone ulteriori vincoli, ma va nella direzione di uno sviluppo sostenibile, preservando attività umane e ambiente insieme: cambia la prospettiva delle attività economiche, turistiche, della fruizione di territorio e servizi da parte di cittadini e visitatori. Gli obiettivi specifici sono di tutelare la biodiversità, difendere e promuovere le produzioni agroalimentari di qualità, tutelare la diversità sociale e culturale, conservare e valorizzare i paesaggi, sostenere un’agricoltura estensiva e di qualità, promuovere un turismo sostenibile, diffondere l’educazione ambientale. In questo contesto gli operatori economici e tutti gli stakeholder del territorio sono coinvolti in ogni fase e responsabilizzati nel portare avanti in prima persona gli impegni condivisi.

Questi obiettivo sono in gran parte sovrapponibili a quelli del Mab dell’Appennino tosco-emiliano, territorio già riunito nel 2001 da due distinti versanti montani in un unico parco nazionale. La riserva è grande 10 volte la superficie del parco nazionale, si estende per 223.000 ettari su 34 comuni e 5 province, per un totale di 100.000 abitanti coinvolti (160.000 con le variazioni stagionali).

La peculiarità di questa area consiste nel fatto che si colloca sul confine climatico fra la zona mediterranea e quella continentale, da cui deriva una ricchezza e biodiversità unica nel suo genere per un’area così ristretta. Con ben 64 prodotti Dop, Igp più presidi Slow Food sono riconosciute le eccellenze alimentari di questa zona: Parmigiano Reggiano, prosciutto di Parma, funghi, castagne e così via. La diversità ambientale di questo territorio va dai crinali montani alla fascia collinare, dove si sviluppa un patrimonio culturale di castelli, borghi e pievi.

In queste zone si fa tesoro del senso di comunità, di appartenenza, si tramandano saperi e tradizioni che, uniti all’apertura al mondo e alle nuove tecnologie, sono l'antidoto per contrastare lo spopolamento e l’abbandono. Non a caso proprio qui si va diffondendo il turismo di comunità, un’esperienza che rende partecipe il turista della vita dei piccoli borghi.

L’istituzione di una Riserva della biosfera rappresenta una cassaforte per preservare questi mondi e sostenere lo sviluppo armonico di comunità e biodiversità. È un percorso che porta ad individuare la strada più adatta per la sostenibilità, creando di volta in volta nuovi equilibri tra antroposfera, geosfera e biosfera.

Per approfondire
Sito Biosfera Delta Po
Pagina Facebook Biosfera Delta Po
Video Biosfera Delta Po
Il sito del Parco del Delta del Po
Sito Primavera Slow
Sito del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano
Sito Mab Appennino

Pietra Bismantova

Foto "Pietra di Bismantova" (c) Roberto Brancolini - Fotoreporter

Fenicotteri Delta del Po

Foto "Fenicotteri" (c) Patrizia Garau - Fotoreporter

Foto in alto: "Delta del Po" (c) Paolo Righi - Meridiana Immagini

ultima modifica 2018-12-27T16:27:05+01:00
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