La ricca flora bolognese fra scoperte e recuperi
Una Bologna ricca di specie vegetali considerate estinte, sconosciute e attestate in territori lontani. Questo è il quadro che è emerso dalla ricostruzione dettagliata che il 29 marzo ha illustrato Alessandro Alessandrini, del servizio Beni architettonici e ambientali della Regione, per i Mercoledì dell’archivio. Il capoluogo emiliano, infatti, rappresenta un caso di particolare interesse per gli esperti del settore ma anche per gli amanti della natura e della varietà del verde: presenta un’elevata diversità ambientale, per molti versi inaspettata e poco esplorata.
Si parte dalla considerazione che oggi il confine della città è incerto e molto sfumato, poiché esistono ampie aree extraurbane che sono state inglobate nel territorio urbano. I continui e sempre più intensi scambi col territorio circostante, ma anche con territori più distanti e diversi dal punto di vista climatico e fitogeografico, ha effetti diretti, talora sorprendenti, sulla flora locale, che ha subito nel suo complesso delle variazioni considerevoli. Si pensi ad esempio al ruolo del trasporto aereo che in poche ore mette in contatto territorio lontanissimi.
In generale, risultano in aumento le specie presenti, ma soprattutto quelle di origine esotica (alloctone): si tratta di un fenomeno più intenso nelle aree urbane rispetto a quelle circostanti. Parallelamente diminuiscono le specie autoctone, che conservano comunque la loro roccaforte nelle aree a edificazione più compatta, come il centro storico, dove crescono più protette.
Un interessante fenomeno, osserva Alessandrini, è il proliferare delle specie termofile e in grado di sopportare forti escursioni termiche, che si localizzano in particolar modo nelle vaste aree non mitigate, come le aree ferroviarie. È invece in diminuzione la vegetazione legata ad habitat umidi, per via del progressivo e inesorabile interramento dei canali, che ha comportato anche la scomparsa di specie rare.
Fra le aree di particolare interesse per le specificità della vegetazione e la ricchezza delle specie che vi trovano riparo, c’è l’area universitaria compresa fra l’Orto botanico e via Irnerio. Sono poi state individuate le specie tipiche delle aree urbane soggette a calpestio, dei marciapiedi, dei muri antichi, dei tetti, delle aree ferroviarie. Quest’ultima zona è stata anche oggetto di una ricerca ad hoc, nell’ambito della quale sono state rinvenute oltre 400 specie in Emilia centrale. Si tratta di un insieme di habitat che, per molti aspetti, è analogo alle aree fluviali, e in particolare ai terrazzi ghiaiosi.
In alcuni casi l’esplorazione della flora bolognese pone problemi di identificazione delle vegetazioni esotiche, che oggi vengono risolti più facilmente che in passato: dopo aver individuato il luogo d’origine, gli addetti ai lavori coinvolgono gli esperti specifici per un’indagine identificativa più approfondita.
L’esperto dei Mercoledì ha infine riportato gli esiti di un’interessante ricerca, frutto del lavoro di una tesi di laurea, focalizzata sulla flora del centro storico di Bologna. Ne è emersa la presenza di oltre 470 specie diverse, un numero considerevole rispetto alle 170 rinvenute agli inizi del ‘900. Sono stati riscontrati habitat imprevisti, come quello degli ambienti iper-irrigati nelle rotonde e nelle aiuole spartitraffico, che ospitano da un lato specie autoctone che sembravano scomparse da tempo e dall’altro specie di origine esotica. Alcune specie sono risultate nuove per la flora regionale e hanno trovato riparo proprio in città, a dimostrazione di quanto sarebbe utile un rilevamento più ampio e continuo della flora urbana. Nelle zone dei terrapieni e delle mura, sono inoltre state ritrovate specie che si consideravano perdute. Negli ambienti umidi e ombrosi, infine, sono state rinvenute specie rare e nuove.
Maggiori dettagli sulla flora presente a Bologna sono consultabili nella presentazione di Alessandro Alessandrini.